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Pubblicato su politicadomani Num 78 - Marzo 2008
Salute e sicurezza sui luoghi di lavoro
Promulgate le norme attuative della Legge 123/2007
Buono l'impianto generale. L'impegno nella diffusione della cultura della sicurezza può essere migliorato rendendo obbligatori alcuni strumenti che ora sono solo volontari
di Maria Mezzina
"Abbiamo buone leggi, ma bisogna applicarle e all'interno di una adeguata cultura del lavoro", dice il Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, Cesare Damiano. "Dal D.Lgs. n. 626/1994 alla alla Legge 3 agosto 2007 n.123, la normativa italiana è all'avanguardia nel panorama europeo, ma necessita di contesti idonei per essere applicata in modo ottimale". È in quest'ottica e sotto l'incalzare dei drammatici eventi delle morti sul lavoro sui quali giustamente la stampa pone l'accento negli ultimi tempi che il Governo, nonostante la scadenza delle imminenti elezioni politiche, che sono stati finalmente varati i decreti attuativi delegati dell'Articolo 1 della Legge. Si tratta della "creazione di un "Testo Unico" in materia di salute e sicurezza sul lavoro, che avrà come obiettivo non solo quello di riordinare il sistema vigente, ma anche quello di innovarlo, perfezionandolo nel rispetto della filosofia delle direttive comunitarie in materia e del D.Lgs. n. 626/1994, il quale trova i suoi capisaldi nella programmazione della sicurezza in azienda, da realizzare tramite la partecipazione di tutti i soggetti delle comunità di lavoro".
Il testo è stato varato il 6 marzo dal Consiglio dei Ministri. "Un provvedimento [...] ineludibile e dovuto, anche nell'attuale fase di scioglimento delle Camere, in considerazione dell'incidenza dei tragici eventi legati a infortuni occorsi di recente, della rilevanza sociale della materia (più volte sottolineata anche dal Presidente della Repubblica) e dell'ampia convergenza di consensi registrata fra le forze politiche".
Le principali novità del testo - un documento di 153 pagine corredato da 51 allegati- toccano numerosi aspetti collegati alla sicurezza:
- Sicurezza per tutti - "L'ampliamento del campo di applicazione delle disposizioni in materia di salute e sicurezza, ora riferite a tutti i lavoratori che si inseriscano in un ambiente di lavoro, senza alcuna differenziazione di tipo formale (c.d. principio di effettività della tutela che implica la tutela di tutti coloro, a qualunque titolo, operano in azienda)", inclusi i lavoratori autonomi.
- Più potere alle rappresentanze - Sono rafforzate le prerogative delle rappresentanze in azienda. Nascono le RLS, i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, che vengono eletti in tutte la aziende (indipendentemente dal numero dei dipendenti) e possono accedere a tutti i luoghi di lavoro e partecipano alla stesura del documento di valutazione dei rischi. In particolare sono rafforzate le prerogative dei "rappresentanti dei lavoratori territoriali (destinati a operare, su base territoriale o di comparto, ove non vi siano rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza in azienda)", ed è prevista "la creazione di un rappresentante di sito produttivo, presente in realtà particolarmente complesse e pericolose (ad esempio, i porti)".
- Maggiori controlli - Le attività di controllo e vigilanza sono riviste e coordinate allo scopo di migliorare l'efficienza, ottimizzare le risorse, eliminare le sovrapposizioni. Inoltre, "viene creato un sistema informativo, pubblico ma al quale partecipano le parti sociali, per la condivisione e la circolazione di notizie sugli infortuni, sulle ispezioni e sulle attività in materia di salute e sicurezza sul lavoro, utile anche a indirizzare le azioni pubbliche".
- Sono previsti finanziamenti per la diffusione della cultura della sicurezza sul lavoro, che sarà inclusa nei programmi scolastici e universitari, specie per le piccole e medie imprese.
- Semplificazione - Eliminati o semplificati gli obblighi burocratico-formali che non incidono sulle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro.
- Sanzioni. Un discorso a parte merita la revisione del sistema di sanzioni (vedi box) per le quali sono previsti inasprimenti sia pecuniarie che penali.
L'attenzione al "potenziamento della cultura della legalità affinché la prevenzione della salute e della sicurezza divenga effettiva in ogni contesto lavorativo" si realizza, "non solo predisponendo un sistema di regole, ma soprattutto integrando il sistema normativo tradizionale con strumenti quali la formazione, le buone prassi, gli accordi collettivi e la Responsabilità Sociale delle Imprese".
L'intenzione del Governo è lodevole e lungimirante. Peccato però che strumenti di forte impatto culturale (a livello aziendale) quali: "le Buone Prassi, intese come soluzioni sperimentate per prevenire o ridurre i rischi per i lavoratori, fondate sulla valutazione del rischio specifico e consistenti nella concreta applicazione di misure preventive contro i rischi di volta in volta considerati", e "la Responsabilità Sociale delle Imprese, per cui una impresa può dirsi socialmente responsabile quando adotta una strategia di gestione della propria attività che coniuga la ricerca del profitto con i principi sociali ed ambientali di un determinato momento storico", siano indicati come "strumenti volontari".
Si tratta di un limite destinato a rallentare quel processo di formazione di una cultura della sicurezza e salute sul lavoro e del rispetto dell'ambiente (un binomio inscindibile) che sono la soluzione definitiva del problema. Un limite che, a nostro parere, deve essere rapidamente superato.
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