Pubblicato su Politica Domani Num 8 - Novembre 2001

Terzo mondo
MANCA ACQUA NEL MONDO
Le nuove guerre scoppieranno per l'approvvigionamento idrico


Daniele Proietto

Esistono varie zone del globo, soprattutto nei paesi del terzo mondo, dove l'assenza di acqua sta diventando un problema insormontabile, zone dove "bere un bicchiere d'acqua" non è poi così semplice come si dice comunemente.
Dai dati demografici mondiali relativi agli ultimi 50 anni risulta che la domanda di acqua è triplicata dal 1950 e si prevede che raddoppi entro il 2050. Le quantità di acqua disponibili, che rimangono invariate nel tempo, non riescono più a far fronte alla richiesta sempre più crescente delle popolazioni.
Le conseguenze sui paesi colpiti da insufficienza idrica sono drammatiche.
Il diffondersi di malattie causate da una cattiva qualità delle risorse idriche, o l'assenza quasi totale di queste, causa la morte di 6000 bambini al giorno, colpendo soprattutto i più poveri.
"La vera crisi mondiale è la scarsità di acqua" ha detto Elisabeth Dowdeswell, direttrice del programma ambiente dell'ONU. Il diritto internazionale non è attualmente in grado di trattare i conflitti che, in maniera sempre più numerosa, nascono per il controllo sull'acqua tra diversi paesi e diverse regioni del mondo.
Così il problema acqua diventa anche un problema politico, come lo era stato quello del petrolio negli anni 70, una potenziale fonte di instabilità economica e politica.
Quasi il 40% della popolazione mondiale dipende da sistemi fluviali comuni a due o più paesi:
L'India e il Bangladesh disputano sul Gange, il Messico e gli Stati Uniti sul Colorado, la Cecoslovacchia e l'Ungheria sul Danubio, cinque ex repubbliche sovietiche sono in lotta per due fiumi molto probabilmente già sovra-sfruttati, l'Amu Darja e il Sjr Darja .
In Medio Oriente la questione idrica potrebbe sconvolgere i futuri scenari economici e politici delle zone coinvolte già in lotta fra di loro. Perfino l'Egitto ha problemi di questo genere: l'85% del Nilo viene generato dalle piogge in Etiopia, e prima di entrare in Egitto scorre come Nilo azzurro nel Sudan; per questo motivo nel 1989, M. Boutros-Ghali, allora ministro di Stato incaricato degli Affari Esteri dell'Egitto, ha osservato che: "la sicurezza nazionale dell'Egitto è nelle mani di almeno altri otto paesi africani". Questa frase esprime bene quello che rappresenta l'acqua per l'economia egiziana e quale sia il potere che i paesi che si trovano a monte dei fiumi esercitano sui loro vicini a valle.
Negli anni passati, a volte, sono stati trovati anche degli accordi, soprattutto grazie all'aiuto internazionale, come è accaduto per la spartizione del fiume Indus e dei suoi affluenti tra l'India e il Pakistan, o come è avvenuto nel 1987 quando la Siria e la Turchia firmarono un protocollo che garantiva alla Siria un gettito minimo, pari a circa la metà della portata del fiume Eufrate al confine, gettito che la Siria, comunque, ora non considera più sufficiente.
Veniamo a noi. Noi dovremmo cercare di evitare ogni spreco d'acqua, ma non perché questo possa risolvere il problema (occorre ben altro per risolverlo), ma per una questione di rispetto, verso chi è in grande difficoltà e soffre e soprattutto rispetto verso di noi, affinché anche l'ultimo "pezzetto" della nostra coscienza non raggiunga i molti altri già buttati via.
Mi piace chiudere con una frase di uno dei più importanti uomini al mondo: "L'acqua è più importante dell'indipendenza". Quest'uomo era il Mahatma Gandhi.
(Fonte dati: www.unimondo.org)

 

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Num 8 Novembre 2001 | politicadomani.it