|
Un mondo migliore in costruzione Giorgio Innocenti Domenica 14 ottobre si è tenuta la tradizionale "marcia per la pace" da Perugia ad Assisi. Meno tradizionale è stata la partecipazione che ha visto affluire dalle 200.000 alle 300.000 persone, per un evento che in quaranta anni ne aveva contate al massimo 60.000 alla volta. Il caos è stato inevitabile e non sono pochi quelli che sono riusciti a tornare a casa solo il lunedì. Nonostante questi numeri e la partecipazione di gruppi abituati a manifestazioni di ben altro genere, ha avuto la meglio lo "spirito della marcia". Manifestare, infatti, con grida e slogan o con canti e striscioni perché qualcuno ci ascolti ed accolga le nostre richieste, è ben diverso dal mettersi in marcia per raggiungere noi degli obiettivi, in silenzio, magari cantando per rallegrare il cammino; questo è lo spirito della marcia (la "spiritualità della strada" come la chiamano gli Scout, che non a caso erano i più numerosi sulla strada). Certamente un evento del genere è una notevole occasione per comunicare e non sono mancati quelli che si sono dati a slogan di vario genere, per carità legittimi, ma fuori posto. Mostra di non comprendere questo spirito anche chi dice inutile la marcia perché non univoca sulle posizioni rispetto alla guerra: c'erano l'AGESCI, Rifondazione Comunista, le Acli, i DS, la CIGL, il CNGEI, la rete Lilliput e non so quanti altri tra parrocchie, centri sociali e sezioni di partito. Quest'appuntamento annuale è un punto di ritrovo per tutti quelli che da posizioni differenti, per vie non sempre conciliabili, tentano di camminare verso la pace. La pace, che non è solo assenza di guerra, si costruisce nel tempo, partendo dai rapporti interpersonali per arrivare a quelli tra nazioni. Questo è l'unico messaggio della marcia: la pace si costruisce ogni giorno. Insomma da Perugia ad Assisi non si è andati a chiedere la pace: si è cominciato a costruirla.
|
||
Num 8 Novembre 2001 | politicadomani.it
|