Pubblicato su Politica Domani Num 8 - Novembre 2001
Scelti da noi
I MIGLIORI FILM DEL CINEMA MEDIO ORIENTALE DI OGGI E DI IERI
"MONSOON WEDDING"
di Mira Nair (Iran, 2001)
"Matrimonio monsonico" - Leone d'Oro alla 58° mostra di
arte cinematografica a Venezia.
Alla vigilia della stagione delle
pioggie monsoniche, la famiglia Verma si riunisce a Nuova Delhi da ogni
parte del mondo, per un matrimonio 'combinato'.
"Ricco di simpatia il film insiste, senza
retorica, su un risvolto morale. Non si accontenta del semplice elogio
dei buoni sentimenti, della lode dell'amore che copre tutto. Suggerisce
che perfino nella mitica India ha le sue falle e che si fatica a ripararle.
Bisogna tentare di farlo, tuttavia. E poi, come nel divertente finale,
ci si può abbandonare al ballo nonostante la grande pioggia bagni
prati, addobbi, coroncine, costumi".
(Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 1 settembre 2001)
"DAYEREH"
di Jafar Panahi (Iran 2000)
"Il Cerchio" - Leone d'Oro
alla 57° mostra internazionale d'arte cinematografica a Venezia.
Teheran. Tre donne che hanno ottenuto
un permesso di libera uscita dal carcere, non possono intraprendere
alcuna iniziativa personale senza il consenso dell'autorità maschile.
I loro percorsi attraverso la città incontrano quelli di altre
donne sole, offrendo una riflessione sul concetto di libertà
e una denuncia della condizione femminile nella società iraniana
di oggi.
"Un giorno sono stato colpito da un trafiletto di giornale:
"Donna si toglie la vita dopo aver ucciso le sue due figlie".
Non c'era nulla circa le cause del gesto, probabilmente il giornale
non aveva ritenuto di alcun interesse riportarle, dal momento che in
molte comunità le donne sono i soggetti più deboli. La
loro libertà è così limitata che è come
se vivessero costantemente in una grande prigione. E questo non vale
solo per le donne appartenenti ad una particolare classe sociale, ma
per tutte. E` come se ogni donna potesse essere sostituita da un'altra
in un cerchio, e questo finisce per renderle tutte uguali."
Jafar Panahi
"TA'M E GUILASS" di Abbas Kiarostami
(Iran, 1997)
" Il sapore delle ciliegie"
- Palma d'Oro al festival di Cannes del 1997.
Un uomo di mezza età, a bordo
della sua Range Rover per le strade alla periferia di Teheran, è
in cerca di qualcuno che in cambio di una grossa somma di denaro, lo
assista nei suoi propositi suicidi. Incontra vari personaggi (un soldato
kurdo, uno studente di teologia afgano, un tassista turko). Solo l'ultimo
accetterà la proposta poiché ha bisogno del denaro per
curare la figlia ammalata.
Secondo Kiarostami, " sognare è forse
più necessario ed importante che vedere... e il cinema è
una forma di accosto ai sogni della gente e pertanto va adorato ".
Del regista è stato detto che ha, come per magia, accesso al
mondo dei bambini e che sa farsi portavoce del loro dolore.
"YE GE DOU BU NENG SHAO" di Yimou Zhang (Cina, 1999)
"Non uno di meno", Leone d'oro alla 56° mostra internazionale
d'arte cinematografica a Venezia.
In un lontano villaggio della campagna
cinese, dove le strutture sono modeste e il livello di vita è molto povero, il maestro Gao deve assentarsi per un mese per andare
ad assistere la madre gravemente malata. Per sostituirlo il sindaco
sceglie Wei, una ragazzina tredicenne senza alcuna esperienza d'insegnamento.
Prima di partire, Gao raccomanda a Wei di fare in modo che nessun allievo
si ritiri da scuola durante la sua assenza.
Film sull'educazione, che deve essere garantita a tutti i bambini (non
uno di meno), interpretato da un gruppo di attori non professionisti
che quasi sempre ricoprono lo stesso "ruolo" che hanno nella
vita reale, "Non uno di meno" è un film realista e
poetico (con una splendida fotografia) che ripropone l'eterna contrapposizione
fra campagna e città.
LA TRILOGIA DI APU di Satyajit Ray (India, 1955-56-59)
PATHER PANCHALI (Song of the Little Road,
1955)
APARAJITO (The Unvanquished, 1956)
APUR SANSAR (The World of Apu, 1959)
Il primo film di Satyajit Ray, Pather
Panchali, è uno fra i più bei film mai realizzati. La
pellicola ha vinto numerosi premi nei vari festival internazionali.
Il film è diventato il primo di una trilogia. La trilogia di
Apu mostra il dramma che è collegato alle transizioni: da giovane
ragazzo (Apu) a padre, dal villaggio alla città, dalla semplicità
della vita rurale al caos della confusione urbana. La trilogia di Apu
ha consacrato Satyajit Ray uno dei più grandi registi cinematografici
al mondo.
"Non potrò mai dimenticare la sensazione
di eccitazione mentale provata dopo averlo visto (Pater Panchali). È
quel genere di cinema che scorre con la serenità e la nobiltà
di un grande fiume. La gente nasce, vive la propria vita, e infine accetta
la propria morte. Senza il minimo sforzo e senza alcuna scossa improvvisa,
Ray dipinge la sua tela, ma l'effetto sul pubblico è di evocare
profonde passioni. Come fa ad ottenerlo? Non c'è nulla di non
essenziale o di azzardato nella sua tecnica cinematografica. Sta in
questo il segreto della sua eccellenza."
Akira Kurosawa

