Pubblicato su Politica Domani Num 9 - Dicembre 2001
Guerra all'informazione
DIFENSORI DELLA LIBERTÀ
Gli inviati di guerra uccisi in Afghanistan
Giorgio Innocenti
A mano a mano che le ultime speranze si
andavano dissolvendo appariva chiaro che ci trovavamo davanti alla prima
vittima italiana di questa guerra: l'inviata del Corriere, Maria Grazia
Cutuli.
Assieme a lei sono state assassinate altre
tre persone: lo spagnolo Julio Fuentes, del quotidiano El Mundo, l'australiano
Harry Burton e l'afgano Azizullah Haidari, entrambi reporter dell'agenzia
Reuters. C'è una tragica ironia in tutto questo: questa "guerra
dell'informazione", com'è stata definita, chiede un così
doloroso tributo di sangue all'informazione di guerra.
La vita d'ogni uomo ha il medesimo valore, che si tratti di un militare
o di un civile, di un afgano o di un italiano, ma la morte di questi
giornalisti ci deve far riflettere. Deve far riflettere soprattutto
chi pensa che, tutto sommato, se la sono andata a cercare, hanno rischiato
troppo, per fare uno scoop. Gli inviati di guerra sono l'unica possibilità
che un popolo civile ha di esercitare un controllo democratico su ciò
che accade in un conflitto, di scoprire quanto c'è di lacunoso
o di falso nei comunicati ufficiali. Se uno Stato di diritto e democratico
continua ad essere tale anche in guerra è perché c'è
qualcuno che, a rischio della propria vita, vigila e riferisce al pubblico.
Gli inviati di guerra non hanno gli stipendi favolosi che ci si potrebbe
figurare, non una via privilegiata per fare carriera, spesso diventano
famosi solo se sono uccisi.
Forse, come qualcuno ha detto, la morte di questi giornalisti ha avuto
tanto rilievo sui media per una sorta di spirito corporativo; credo
però che si possa concordare che sono essi, e non i soldati,
i veri difensori della libertà e che la difendono da chi la minaccia
in nome di Dio o della sicurezza nazionale. Non basta, per essere liberi,
non essere costretti con l'uso della forza, è necessario anche
avere una conoscenza della realtà che ci permetta di operare
le nostre scelte in piena coscienza.

