Pubblicato su Politica Domani Num 9 - Dicembre 2001
Come i vertici del mondo cattolico hanno
reagito all'11 settembre
Raccolta di dichiarazioni ufficiali su ciò
che è avvenuto in merito ai tragici fatti dell'11 settembre 2001
A cura di Simona
Ottaviani
GIOVANNI
PAOLO II, UNA UDIENZA SENZA APPLAUSI
"Per i feriti e i sofferenti degli insensati atti terroristici,
perché ritrovino presto stabilità e salute, e di fronte
al dono della vita alimentino nei loro cuori desideri di costruzione,
di collaborazione e di servizio per ogni forma di vita, liberi da rancori
e da sentimenti di vendetta e diventino operatori di giustizia e costruttori
di pace. Per i fratelli e le sorelle che hanno trovato la morte nella
follia della violenza, perché il loro morire non sia vano ma
lievito per tempi nuovi di fratellanza e collaborazione tra i popoli".
Il Papa, inoltre, si è rivolto alle Chiese d'Oriente e di Occidente,
e in particolare alla Chiesa statunitense, affinché "alimentino
nei cuori desideri di riconciliazione e di pace e si adoperino per la
costruzione della civiltà dell'amore". Un compito, questo,
che spetta a "tutti coloro che portano il nome di cristiani"
e ai "responsabili delle nazioni, perché facciano di tutto
per evitare che le armi di distruzione seminino nuovo odio e nuova morte
e si sforzino di illuminare il buio delle vicende umane con opere di
pace". "Mai le vie della violenza - ha ribadito il Pontefice
- conducono a vere soluzioni dei problemi dell'umanità"
CARD. GIORDANO
(NAPOLI), "IL TERRORISMO NON ANDRA' AVANTI"
"Il male e la morte non possono vincere. Siamo certi che il terrorismo
non andrà avanti". "Il dialogo tra culture diverse
- ricorda il card. Giordano - è un bene irrinunciabile e la nostra
religione cattolica può contribuire a collegare gli uomini tra
loro e con l'Eterno. Anche se abbiamo sperimentato l'orrore dell'odio
ed imparato a conoscere la faccia del male, proprio questo atto criminoso
potrà suscitare nei cuori di tutti pensieri di saggezza e propositi
di pace".
CARITAS ITALIANA,
"INTERROMPERE LA SPIRALE DELL'ODIO"
"Davanti all'umanità è aperto un bivio: o si va verso
un generale imbarbarimento dei rapporti tra i popoli, anche attraverso
misure di sicurezza restrittive della democrazia, o si cercano i modi
e gli strumenti per uno scatto di civiltà che consenta di punire
i responsabili senza travolgere i limiti etici dell'ordine internazionale".
La Caritas ricorda che "ogni generalizzazione è un errore,
ogni semplificazione è un rischio", per cui il riferimento
all'Islam "impone di distinguere tra le aree del fanatismo e quelle
del dialogo". "Né può essere avallata una contrapposizione
tra un Occidente non meglio definito e il resto del mondo, tanto meno
con un Sud che non sopporterebbe di essere qualificato come serbatoio
del terrore mentre ha da far valere nei confronti dei paesi sviluppati
i crediti della povertà e della dipendenza".
BROMURI (LA
VOCE): "I KAMIKAZE NON SONO MARTIRI"
"Gli attentati in Usa rischiano di portare il gelo nel dialogo
interreligioso". Occorre "distinguere e isolare i fondamentalisti
dai sinceri credenti amanti di Dio e del prossimo". Solo così
è possibile "contestare il principio che i kamikaze siano
dei veri martiri, mentre sono dei violenti pieni di odio che attentano
alla vita di innocenti, disposti per questo a distruggere anche se stessi".
CRISTIANI
E MUSULMANI SOTTOSCRIVONO A SARAJEVO UNA DICHIARAZIONE COMUNE DI CONDANNA
Una condanna unanime alla violenza e la preghiera che i massacri di
New York e Washington non provochino "una risposta di ritorsione
indiscriminata". E' quanto esprimono in una dichiarazione comune
cristiani e musulmani riuniti a Sarajevo per la conferenza promossa
dal Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa e dalla Conferenza
delle Chiese europee. "Condanniamo unanimemente questo atto di
violenza, così come ogni altra distruzione della vita umana,
come una violazione della volontà di Dio e un peccato contro
l'umanità. Riconoscendo il potenziale di violenza che è
in tutti noi, preghiamo che questo avvenimento privo di senso, non provochi
una risposta di ritorsione indiscriminata. Noi ci impegniamo, nello
spirito di questa conferenza, ad essere strumenti di dialogo, a contribuire
a costruire giustizia e pace, e a lavorare per la riconciliazione nelle
nostre società".