Pubblicato su politicadomani Num 92-93 - Giugno/Luglio 2009

In Breve

 

Il paese della cuccagna
È salito in tre mesi del 4,66% il debito pubblico italiano (+77,606 miliardi), toccando quota 1.741,257 miliardi. Nella corsa all'indebitamento sembra che gli enti locali si siano fermati, specie comuni e province: il loro debito è passato dai 109,024 miliardi di febbraio ai 108,645 miliardi di marzo. Le regioni si mantengono stazionarie. Le cifre sono di Bankitalia che dà anche un'altra notizia interessante: nei primi tre mesi del 2009 le entrate tributarie sono calate del 4,77% rispetto al primo trimestre di un anno fa (81,016 miliardi contro gli 81,016 miliardi del 2008). Gli analisti economici cercano spiegazioni ragionevoli e ragionevoli prospettive. A noi sembra il paese della cuccagna.

Caso Guantanamo
Nonostante le resistenze del congresso, il presidente statunitense Barack Obama ha dichiarato che intende chiudere il carcere di Guantanamo e trasferire alcuni detenuti nelle prigioni statunitensi. Ha anche proposto una detenzione prolungata per i terroristi che non potranno essere processati. La decisione di Obama ha attirato diverse critiche. I repubblicani lo accusano di avere una politica antiterroristica troppo debole e i democratici sono divisi sulla questione del trasferimento dei detenuti negli Stati Uniti. Secondo alcuni commentatori, la possibilità di un'azione giudiziaria è stata irrimediabilmente compromessa dai metodi coercitivi usati nella prigione di Guantanamo durante l'amministrazione Bush.

Apettando (sotto la tenda)
Crisi economica, calamità naturali e rivalità politiche, non fermano le più importanti società armiere d'Italia, per lo più sostenute da fondi pubblici. Dopo il si del Parlamento parte il progetto F-35 Lighting: 15 miliardi di euro per 131 caccia-bombardieri F-35 fino al 2026. Un miliardo l'anno. Chi ci guadagna? La Lockeed Martin e una ventina di industrie italiane, tra cui Alenia, Galileo e Selex (gruppo Finmeccanica). Un perfetto esempio di politica bipartisan perché il progetto è stato sostenuto dai governi: D'Alema (1998), Berlusconi (2002), Prodi (2007), e oggi, di nuovo, Berlusconi. Intanto l'Aquila può aspettare e ai posti di lavoro che creerebbe la ricostruzione si preferisce un migliaio di ingegneri superpagati.

Nobel in carcere
Aung San Suu Kyi, leader dell'opposizione in Birmania, è stata incriminata per violazione degli obblighi legati agli arresti domiciliari. Dalla sua casa di Rangoon dove ha passato quasi tutti gli ultimi 19 anni, è stata trasferita in carcere. La donna, premio Nobel per la pace, è accusata di aver ospitato e nascosto un uomo di nazionalità Usa che aveva raggiunto a nuoto la sua abitazione. L'accusa arriva a pochi giorni dalla scadenza del termine per gli arresti domiciliari e a pochi mesi dalle elezioni del 2010. Se il processo si concludesse con una condanna a 5 anni di carcere le autorità birmane si libererebbero definitivamente di lei, dice il suo avvocato: a 63 anni non riuscirebbe a resistere alla durezza delle carceri birmane.

La carica dei 100 e uno
Ha approfittato del palco di Confindustria per esibirsi nell'ennesimo show Silvio Berlusconi. Dopo aver deciso che non andrà in parlamento a riferire sul caso Mills - il legale inglese condannato a 4 anni e 8 mesi per una tangente da ''almeno 600mila dollari'' che avrebbe incassato per testimoniare il falso in due procedimenti (avviati in passato a Milano a carico di Berlusconi) - si è rivolto all'assemblea definendo "estremisti di sinistra" i giudici che lo hanno condannato. "La giustizia penale è una patologia del nostro sistema", ha aggiunto. Nel suo discorso, spesso interrotto dalle ovazioni, ha anche affermato che il parlamento, così com'è, è inutile e dovrebbe essere ridotto a 100 membri.

 

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